Oggi l'ho rivista.
Stava male ma è venuta con la macchina. Almeno in quello si sentirà più sicura, anche se una P fatta con il pennarello nero e riempita a zig zag in maniera fanciullesca, era attaccata un po' storta nel lunotto posteriore. Tenera. Aveva anche una berretta di lana nera con strass e pon pon, sembrava Marialalla così imbacuccata nel giubbotto.
Stava male, male nel cuore e nella mente. Era sempre sulla soglia del pianto e qualche lacrima le è uscita dagli occhi ma per poco, dato che il fazzoletto era subito pronto come se lei sapesse perfettamente che sarebbe successo. Lo sapevamo entrambi.
Ha passato il Natale più brutto della sua vita, secondo lei, e non sta bene. Si sente, ha la voce rotta e il cuore strappato. Mi dispiace, mi dispiace tantissimo ma non so come rimediare. I miei sentimenti sono di affetto per lei, non di amore. Era amore, o così penso fosse, ma qualcosa si è spento dentro di me. Qualcosa ha appoggiato un bicchiere capovolto sulla piccola fiammella che ardeva, e piano piano è soffocata.
Non volevo fare male. Non a lei. Le devo molto.
Non voglio sentire male. Non per causa sua. Non me ne farebbe mai.
Non ho via di fuga se non la più ovvia. Sto già camminando su questa strada, l'unica forse, e mi sentivo bene fino a 4 ore fa.
Oggi l'ho rivista.
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